Pink and Roll

La frustrazione dei disillusi

30.06.2021 10:57

Fa male ritrovarsi a scrivere queste parole al termine di una serata come questa, che sarebbe potuta essere una festa, il riscatto, la rivincita per le sofferenze che noi tifosi torinesi abbiamo provato negli ultimi anni, ed invece cancella il lavoro di due anni con una bruciante sconfitta.

È bastato poco per rompere l’illusione, una manciata di secondi per essere precisi, 9 decimi alla fine di gara quattro e 33 secondi nello sciagurato finale di gara cinque.

La sensazione è che gli errori sul finale di partita abbiano fatto scoppiare quella bolla di speranza che nel corso dei mesi era diventata sempre più grande: ma, si sa, le bolle sono fragili e così come facilmente si alzano in cielo, così svaniscono senza lasciare traccia.

Per vincere un campionato serve qualcosa di ben più solido: serve la determinazione di Bruno Mascolo, l’efficacia di Cannon, il cuore di Ramondino.

Non ha vinto la squadra più forte, ha vinto chi ci ha creduto di più.

Il clima generale di incertezza riguardo il futuro societario non era certamente roseo come quello che abbiamo respirato ai tempi della promozione in serie A del 2015: da grandi ambizioni derivano grandi responsabilità e forse da grandi incertezze derivano grandi errori.

Trovo però stupido e presuntuoso accusare la squadra di aver perso di proposito perché, innanzitutto, la squadra è fatta di uomini che nonostante gli errori commessi sul campo hanno una dignità; in secondo luogo, sarebbe facile riassumere tutto con un “non siamo voluti salire”, la verità è che occorre prendere coscienza degli errori e delle mancanze ed assumersi la responsabilità di questo fallimento. Abbiamo avuto la coppa tra le mani e ce la siamo fatta portare via da sotto il naso.

Ho cercato di immaginare più volte il momento in cui saremmo tornati a giocare in serie A, ma ad essere sincera non è mai stata una visione limpida, e mi domando se io non abbia perso la capacità di sognare come facevo un tempo. Non ho mai perso una partita in passato e continuo a seguire ogni minuto in campo di questa squadra, ma i sentimenti che provo adesso non hanno nulla a che vedere con ciò che ho provato per la promozione, per la salvezza e per il fallimento: sono meno intensi, alla tristezza e alla rabbia si è sostituita una cieca delusione, la frustrazione dei disillusi.

Per molte notti ripenseremo a quelle ultime azioni, a quel fallo commesso, alle ingenuità, ai tiri che sarebbero potuti entrare, ma passerà anche questa.

Quello che conta è ciò che resta, è saper ricostruire un mattoncino per volta, con pazienza e solide basi, con la consapevolezza di dove si vuole arrivare.

Non penso che questa sconfitta riuscirà a spegnere il fuoco della passione di questa città per la pallacanestro, tuttavia in questo momento ogni tifoso è un piccolo lumino in balia del vento: visti da lontano sembriamo un cimitero, saremmo potuti essere fuochi d’artificio ed invece stiamo sottoterra.

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