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Torino vs Sassari: le chiavi di Arioli

Coach Antonello Arioli analizza la sfida tra Auxilium e Dinamo Sassari

26.04.2017 09:44

Le chiavi della partita tra Auxilium e Dinamo Sassari sviscerate da coach Antonello Arioli. 

- 29: E’ il parziale che TORINO subisce nei 17 minuti finali. Per quanto si possa cercare motivazione tecnica e tattica a una situazione del genere è evidente che questo non basta per dare una spiegazione. E pure la difficoltà fisica dovuta a un organico impietosamente squilibrato nel settore esterni non convince pienamente (e non spiegherebbe il + 21 in 23 minuti).   Cosa succede allora nei meccanismi FIAT? Crediamo che la componente mentale sia il fattore determinante. Nel momento in cui i gialloblu smettono di stare dentro il “piano partita” (che è sempre molto ben studiato e centrato) entrano in un circuito vizioso e i limiti individuali dei giocatori escono fuori tutti insieme. L’unico giocatore oggi in grado di tamponare questo stato di cose sarebbe POETA, ma dopo CANTU’ le squadre avversarie lo hanno sempre “cucinato” mettendo grande pressione addosso nei primi due quarti e questo ha tolto energie e lucidità al play torinese nei momenti decisivi dei match, e contro SASSARI purtroppo è successa la stessa cosa.

 

PICK’N’ROLL GIOIE E DOLORI: L’asse POETA-HOLLINS contro CANTU’ aveva spiegato pallacanestro con sviluppo efficace e spettacolare del pick’n’roll. Sembrava un’arma letale che aggiungeva un’opzione importante al sistema offensivo della FIAT.  Poi però un po' le altre squadre si sono adeguate, un po' HOLLINS non ha migliorato la sua empatia tecnica e caratteriale con i compagni riducendo il suo minutaggio, ed ecco che di questa interessante possibilità TORINO non ha più beneficiato. Difensivamente invece la FIAT è uscita contro SASSARI con le ossa rotte sui pick’n’roll laterali di STIPCEVIC e LAWALL che hanno originato voragini nella difesa torinese nel 4 quarto concluse con schiacciate o tiri aperti da 3 punti. Anche in questo caso dopo 20 minuti abbondanti in cui i meccanismi FIAT hanno funzionato perfettamente la squadra smette di difendere (53 punti subiti negli ultimi 17 minuti) e non si può che pensare a un blackout mentale dalle origini poco spiegabili ma ancora una volta determinante.

 

STAFF TECNICO: L’imbuto della sconfitta punta sovente nella direzione del COACH. Inconcepibile però addossare chissà quali responsabilità alla gestione di FRANK VITUCCI, anzi, se la FIAT ha saputo comunque ritrovarsi competitiva senza il suo miglior giocatore (WASHINGTON) e senza il suo play titolare (WRIGHT) è esclusivamente merito della capacità dello staff tecnico di ricostruire una chimica diversa e funzionale al nuovo organico. Forse la scelta di un giocatore delle caratteristiche di HOLLINS non è stata ottimale (ma è anche facile dirlo ora), probabilmente HARWEY e ALIBEGOVIC hanno mostrato limiti evidenti nel doversi assumere  in modo giusto maggiori responsabilità, ma anche aver preparato OKEKE a essere pronto e protagonista di questo finale di campionato (ricordo per esperienza diretta che il giovane virgulto torinese 10 mesi fa faceva fatica a giocare nei pochi minuti in campo in serie B)  è un altro merito che bisogna riconoscere alla conduzione e al lavoro del coach. Il campionato non è ancora finito, ed è opportuno che la FIAT giochi le ultime partite e le residue speranze matematiche che le sono rimaste con la giusta serenità.

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