Acqua alta al Ruffini
Mi ero quasi abituata a scrivere di gioie cestistiche ma si sa che "la felicità è una fiaba e l'infelicità un romanzo".
La favola della domenica inizia con le immagini della vittoria a Venezia proiettate sul maxischermo e subito un brivido mi percorre la schiena: era proprio necessario ricordarglielo? Per fortuna la coppa è al sicuro da qualche parte ed evitiamo di essere fulminati dallo sguardo sotto gli occhiali scuri di De Raffaele.
L'ottimismo fiabesco si spegne quasi subito, gli antagonisti dimostrano di non voler subire lo stesso destino della prima partita delle final eight e ci puniscono in tutti i modi possibili. D'altronde chi di coppa ferisce, di scoppola perisce.
Sfoderiamo qualche trucchetto magico quando Garrett esegue una rimessa perfetta sulla schiena del giocatore della Reyer che non lo sta guardando e, soprattutto, Deron ci dimostra come le creature magiche sappiano volare: ho passato l'intervallo a cercare di sistemarmi la mascella dopo la sua schiacciata.
Al ritorno in campo tutti i tentativi di rimonta vengono abilmente contenuti dalla squadra veneziana che continua a navigare con la sua gondola verso la cima della classifica, lasciando noi indietro a nuotare insieme agli squali. Soli due punti ci separano da Sassari, Cantù, Bologna e Trento, affamate e con una vittoria a favore nei nostri confronti.
È il momento di saltare sui draghi e cominciare a combattere, i playoff non sono un obiettivo scontato e sono sicura che lo stesso coach Galbiati sarebbe pronto a sputare fuoco dalle fauci per svegliare la squadra dal torpore.
Tra tutti Blue deve cominciare a smentire tutti i nostalgici che stanno cercando di organizzare una fiaccolata in memoria di Patterson tra le vie di Torino e Boungou-Colo dimostrare una certa costanza; Sasha, invece, è il tipico giocatore che durante una partita baceresti in bocca e poi la successiva lo prenderesti a schiaffi...ma chiaramente non lo fai perchè ha una certa tendenza alla rissa, chiedere a Watt, e poi quando si arrabbia lo baceresti di nuovo.
Adesso ci aspettano due trasferte difficili e sarà tutta questione di voglia e personalità per non far prendere rivincite a Cremona e lasciar urlare di gioia gli ultras contro la rivale storica Cantù.
In bocca al lupo Auxilium, sperando di non essere Cappuccetto Rosso...
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