Volando come vola il tacchino: "Fiat Torino, nobildonna o..."
Torna la rubrica di Paolo Viberti, nata negli anni '80 su Superbasket
"Fiat Torino, nobildonna o cortigiana?"
A chi le sventolava davanti agli occhi il Tricolore d'Italia, l'affascinante Virginia Oldoini replicava stizzita, aprendo la sua pochette e agitando a sua volta una raffinata e minuta sottoveste di raso verde smeraldo che portava sempre con sé: "Questo drappo e non il Tricolore dovrebbe essere la vera bandiera italiana, perché è con questo che conquistai Napoleone III e lo convinsi a combattere a fianco dei piemontesi!". Virginia Oldoini altri non è che la famosissima Contessa di Castiglione, cugina di Cavour e da costui inviata a Parigi per “ragioni di Stato” a sedurre l'imperatore, mentre il fido Costantino Nigra si... prendeva cura dell'imperatrice Eugenia de Montijo. Sedotto dalla colta e affascinante diciottenne a Compiègne, Napoleone III fu fondamentale per la nascita di uno Stato Italiano al termine della Seconda Guerra d'Indipendenza, anno 1859.
Nulla a che vedere con le escort di oggi, la Contessa di Castiglione fu una nobildonna spacciata dai politici di allora per cortigiana d'alto bordo: molto colta per aver frequentato gli studi classici, poliglotta in grado di parlare correttamente quattro lingue, venne “usata” dal Grande Tessitore e poi gettata nell'oblio ma rivalutata dai francesi, che le diedero eterna dimora presso il cimitero di Père Lachaise, accanto a immortali celebrità.
E come l'ammirata ma vituperata Virginia, donna conosciutissima nell'età del Romanticismo, c'è nella Torino sportiva di oggi un'altra creatura ugualmente proteiforme e indecifrabile, l'Auxilium Fiat Torino, tuttora priva di identità al punto tale da perdere ignobilmente in casa contro i modestissimi montenegrini del Mornar Bar ma anche di far tremare per tre dei quattro tempi l'invincibile corazzata dell'Olimpia Milano; oppure capace di costringere a un supplementare la granitica Reyer a Venezia nella prima giornata per poi a cedere a Sassari quasi senza combattere nel finale; o ancora rinunciare o quasi ai tiri da tre e ai pick and roll a inizio stagione (ma palesando grande attitudine difensiva...) per poi rivoluzionare il proprio gioco in coincidenza dei problemi fisici di Larry Brown (con tante bombe....) ma subendo addirittura 46 punti in soli 12' nella partita interna contro Malaga!! Insomma, chi è l'Auxilium Fiat? Nobildonna o cortigiana? Squadra da zona alte o compagine da legion straniera? L'impressione è che a questa domanda non sappiano rispondere neppure i dirigenti torinesi. Perché il punto è questo: dopo aver utilizzato sei allenatori e ben 46 giocatori in quattro anni, Torino sta sciupando una grande occasione di darsi un'identità che pareva definita o definibile nella prima metà della stagione scorsa, quando con Luca Banchi imn panchina la squadra era quarta in classifica e successivamente e traendo indubbi benefici dalla gestione testè accennata – ma sotto la guida di Paolo Galbiati – vinse la Coppa Italia. Da allora si è assistito a un progressivo depauperamento di idee e di programmazione, spesso in preda a un totale stato di ansia da prestazione.
A scanso di equivoci, ripeto qui ciò che scrissi in altra sede, a ulteriore sostegno di una tesi del tutto personale: l'Auxilium è a mio avviso l'unica società italiana con la Virtus Bologna in grado di diventare concorrente alla super-potenza Olimpia Milano e di meritare in futuro addirittura un posto in Eurolega. I perché in dieci punti: 1) Ha una storia importante, perché ereditata dal glorioso passato dell'Auxilium; 2) Lo sponsor è sontuoso (ma si sta spazientendo...); 3) La piazza è.... reale: Torino è la nuova basketcity e con Venezia l'unica città italiana ad avere due squadre in A-1 maschile e femminile; 4) Il nuovo campo di gara si chiama Palavela, capienza di quasi 6500 posti estendibili a 8.900; 5) Il pubblico torinese ha fame, sete e voglia di basket: l'anno scorso nel mitico Ruffini si registrarono molti sold out, pur con una squadra bipolare. E domenica scorsa erano in 6.000 sugli spalti; 6) Si parla di una possibile futura sinergia basket+calcio, sotto l'egida della Fiat, come Real Madrid, Barcellona e Bayern; 7) L'Auxilium ha peso politico sia con la Fip che a livello internazionale: lo testimoniano le due wild card consecutive per disputare l'Eurocup, pur senza diritti acquisiti sul campo; 8) Il sostegno delle Amministrazioni è totale: la sindaca Chiara Appendino, l'assessore comunale Finardi e quello e regionale Ferraris sono tifosi del club; 9) A capitan Peppe Poeta è stato concesso un triennale nell'intento di creare un uomo-simbolo, un Del Piero dei canestri; 10) E' in corso una trattativa per un gemellaggio con la Crocetta che creerebbe un nuovo vivaio con una delle società-modello della città.
Tante risorse, un solo obiettivo (diventare grandi) ma poca concretezza nel raggiungimento dello stesso. Impariamo da Milano, che avrà pur un altro budget, ma che ha ricominciato a vincere quando ha dato stabilità al proprio staff tecnico e anche al proprio roster. Si vince con la programmazione e con la competenza, non con l'ansia.
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