Torino protagonista dell'argento Mondiale Under 19
Visconti, Okeke, Caruso: tre talenti 'made in Turin' prenotano un futuro da protagonisti. Senza dimenticare Baldasso...
Il rapporto privilegiato tra Torino e l’Egitto prosegue e si estende alla pallacanestro. Una visione romantica, che sfruttiamo per raccontare la splendida medaglia d’argento della Nazionale Under 19 agli ultimi Mondiali appena conclusi proprio nel paese africano: secondo posto alle spalle del Canada, apparso ancora irraggiungibile fisicamente e tecnicamente per i nostri, davanti agli USA. Soprattutto un paese incollato davanti alle tv per incitare i propri ragazzi.
Scorrendo la lista dei giocatori convocati, e di quelli che hanno perso all’ultimo la convocazione per problemi fisici, si capisce immediatamente perchè Torino abbia avuto un ruolo da protagonista nella cavalcata dei ragazzi di Capobianco. Riccardo Visconti, ala della Reyer Venezia nato e cresciuto, almeno nei primi anni del suo percorso, sotto la Mole, Guglielmo Caruso, pivot nato a Cercola ma torinese d’adozione con la maglia della PMS Basketball, David Okeke, cresciuto a Borgomanero ma sbocciato sotto la guida di Frank Vitucci alla Fiat Torino. Un terzetto in grado di ergersi a portabandiera del nostro movimento cittadino che sarebbe potuto essere un quartetto: un infortunio ha fermato Tommaso Baldasso, guardia cresciuta nella PMS Basketball e approdata lo scorso anno alla Virtus Roma in serie A2.
CARUSO
Sono passati quattro anni da quando Vincenzo Di Meglio è approdato alla PMS Basketball: un quadriennio che ha permesso ai gialloblù di reclutare diversi talenti, affermati o in rampa di lancio. Ma il vero “colpo” del tecnico campano è stato certamente Guglielmo Caruso. Un ‘progetto’, un ‘airone sgraziato’ il bimbo che si presentò al PalaEinaudi di Moncalieri, braccia lunghe e tanta, tantissima voglia di ‘mangiare il parquet’. Allenamento dopo allenamento, Caruso è cresciuto esponenzialmente, diventando uno dei migliori prospetti europei. Nell’ultimo Mondiale, Guglielmo ha giocato da protagonista, diventando un’arma tattica oltre che una soluzione affidabile per il gioco di Capobianco. Stoppate, rimbalzi, intimidazione grazie alle sue braccia chilometriche e al suo senso della posizione. Con quella faccia che sembra dire “passavo di qui per caso”, ma sempre concentrato al massimo e pronto a cambiare le sorti della partita con un intervento difensivo o un rimbalzo offensivo. Senza dimenticare che, essendo del 1999, ha ‘regalato’ un anno a quasi tutti gli avversari. Quest’estate dovrà, con tutta probabilità, operarsi alla spalla: ma l’impressione è che sentiremo parlare, e tanto, di questo ‘scugnizzo’ sotto la Mole. Ancora per poco.
OKEKE
Il giovane più in crescita di tutto il basket italiano. Approdato alla Fiat Torino quasi come un oggetto misterioso, non per chi ha seguito le scorse finali nazionali, giorno dopo giorno si è ritagliato il suo spazio, fino a farsi trovare pronto quando gli infortuni hanno falcidiato i gialloblù. Catapultato in campo da coach Vitucci, allenatore che a Torino ha seminato tanto, sia tecnicamente che umanamente, pagando però la fretta di ottenere risultati, Okeke ha risposto 'presente'. Difesa, rimbalzi, fisico, talento nelle mani e nei piedi: anche ai Mondiali egiziani ha giocato da protagonista, dimostrando innanzitutto grande maturità, necessaria per non farsi travolgere dal vortice di emozioni dell’ultimo anno. Il prossimo anno potrebbe essere il suo: classe 1998, un allenatore come Banchi in grado di fargli fare il definitivo salto di qualità, una piazza che lo ama. Se riuscirà a tenere i piedi per terra, non in campo chiaramente, potrà davvero diventare un giocatore fondamentale per Torino e per la Nazionale. Ai Mondiali ha giocato vicino a canestro, nel progetto tecnico di Banchi c’è l’intenzione di allontanarlo: lo scorso anno ha dimostrato di poter difendere sui piccoli senza patire, se riuscirà a costruire un tiro dalla distanza pericoloso, non ci saranno limiti alla crescita del giovane David.
VISCONTI
Una stagione indimenticabile per Riccardo Visconti, che nel giro di poche settimane ha messo a segno il ‘triplete’ che ogni padre sognerebbe per il figlio. Scudetto con la Reyer Venezia, seppur non da protagonista, argento ai Mondiali Under 19, mettendo in mostra le sue doti da specialista, maturità portata a termine, in attesa degli esiti. Fisico longilineo, atletico, ottimo tiro da tre punti, la sua principale arma, Visconti ha bisogno di giocare e nella prossima stagione sarà Verona a dargliela. Nato a Torino, famiglia di tradizione cestistica, cresciuto tra San Mauro, Don Bosco Crocetta e Reyer Venezia, ha tutto per poter arrivare a destinazione. Voglia, testa, concentrazione, talento.
Riparte da loro, e da Tommaso Baldasso, la pallacanestro torinese: programmare significa certamente investire, ma anche attendere che i risultati arrivino. Il lavoro svolto dalle società del nostro territorio va nella direzione giusta: smettere adesso sarebbe un delitto.
Commenti