Panettone o pandoro?
Alla vigilia della partita contro Varese il meteo su Torino era incerto e qualcuno mi ha chiesto se secondo me avrebbe nevicato: la mia risposta è stata "se la Fiat Torino stasera vincerà". Ovviamente siamo una delle poche città che ad oggi non ha visto neanche un fiocco...
Dopo una vittoria importante contro Trento, una buona partita giocata contro Vilnius, seppur persa all'overtime, e i sorrisi della festa di Natale Auxilium, il clima sembrava disteso e una vittoria esterna contro una squadra in fiducia come Varese avrebbe mantenuto alto l'umore e riaperto i giochi di una classifica ancora molto corta.
La Fiat però, pur mostrando a tratti miglioramenti nel suo gioco, manca di personalità, manca di un'anima collettiva che più del talento individuale ti permette di vincere le partite, manca anche della cattiveria che ti fa affondare il colpo alla fine di una rimonta o ti fa resistere all'assalto di un'avversaria.
La mancanza di un leader potrebbe in alcuni casi essere addirittura un vantaggio, una squadra imprevedibile e con protagonisti nuovi ogni giornata rende difficile il compito delle avversarie di preparare la partita e può essere la caratteristica di una mina vagante nel nostro campionato. Il punto è che la mina, il più delle volte, ci è scoppiata tra le mani.
L'imprevedibilità è un vantaggio fino a quando è "studiata" e il confine tra l'avere moltissimi protagonisti e non averne nessuno e tra la poliedricità e l'anonimato è veramente molto labile, soprattutto senza una guida che sappia come indirizzare i suoi giocatori.
Il roster non manca di talento, avere tra gli italiani un giocatore come Carlos Delfino è un lusso, e gli ultimi acquisti di Jaiteh, Moore e Hobson sono assolutamente positivi, se solo il primo avesse la possibilità di restare in campo per più di tre minuti consecutivi.
Wilson, che sembrava rinato dopo la pausa, ha di nuovo mollato la presa, forse facendosi trascinare dall'atteggiamento indolente di Carr, ancora troppo immaturo per caricarsi la squadra sulle spalle: le sue partite migliori le ha disputate quando non c'era Brown in panchina, forse sentendosi meno in soggezione, e le sue giocate di puro talento arrivano nel momento in cui fa di testa sua come un adolescente che si ribella all'autorità.
Vorrei poi poter dire che Mcadoo è un Sansone contemporaneo ma non è colpa delle sue nuove treccine se il più delle volte pare non avere il controllo delle mani: speriamo che qualcuno gliene regali un paio nuovo a Natale.
E a proposito delle festività ormai prossime, se la Fiat dovesse malauguratamente perdere anche contro una diretta concorrente per la salvezza come Pistoia, sarebbe il caso di informarsi sui gusti di Brown per decidere se come regalo d'addio preferisca un panettone o un pandoro.
Photo credits: Fotoracconti.it
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