Pink and Roll

Always believe, Never give up

20.02.2023 18:00

La Coppa si alza al cielo, decine di mani diverse la stringono, qualcuno ci stampa sopra un bacio, i coriandoli cadono sul parquet insieme a qualche lacrima.

La corsa per immortalare quel momento, i cori dei tifosi, gli avversari che lasciano silenziosamente il campo per lasciare voce alle urla di gioia.

Quante emozioni può regalare lo sport, quante sorprese una finale.

Al PalAlpitour si spengono le luci ed il nome della Pallacanestro Brescia viene inciso sul trofeo, segno di un successo scritto sì nell’ultima sfida contro la Virtus Bologna, ma che parte da più lontano, prima di aver battuto Pesaro, prima di aver eliminato l’Olimpia: mi piace immaginare che questa vittoria nasca 5 anni fa a Firenze, sul tiro di Moss che non centra la retina e che regala il sogno della Coppa Italia all’Auxilium Torino.

Perchè il destino gioca strani scherzi ma tesse anche trame da favola.

La Germani Brescia conquista la sua prima Coppa Italia della storia nella città di chi li aveva sconfitti: oggi i vincitori dell’epoca sono testimoni e meravigliosi padroni di casa in un evento che ha registrato record di presenze e dato lustro al capoluogo piemontese.

Ultima classificata alle Final Eight, periodo nero in campionato con sei sconfitte consecutive, dodicesimo posto ad un soffio dalla zona a rischio retrocessione e silenzio stampa: quello da Brescia verso Torino sembra un viaggio della speranza.

Ma sperare senza combattere per un obiettivo non porta a nulla, quindi tocca giocare: la Leonessa scende in campo più affamata che mai e coglie di sorpresa una docile Milano, che le lascia il posto in semifinale. Qui gli uomini di coach Magro spazzano via Pesaro al termine di una partita che non è bella da guardare ma che preannuncia una finale di altissimo livello.

Davide contro Golia, i favoriti contro gli underdogs, la corazzata di Eurolega contro la squadra che fatica in campionato: la Virtus Bologna ha talento da vendere, una panchina lunghissima, stazza ed esperienza ma, come dicono gli americani, “it’s not the size of the dog in the fight, it’s the size of the fight in the dog”.

Brescia è in partita fin dal primo minuto, cerca il canestro, lo vuole, lo trova. Bologna è costretta ad inseguire, messa alle strette da una difesa asfissiante; all’intervallo si torna negli spogliatoi con i biancoblu in doppia cifra di vantaggio.

La Virtus vuole giocarsela fino in fondo e sfodera la sua arma migliore: il talento di Marco Belinelli, alcune giocate che ti fanno saltare dalla sedia e mettere le mani nei capelli e i tifosi bolognesi tornano a crederci.

Il numero 3 delle V nere è un fuoriclasse assoluto ma l’eroe di giornata ha un nome e cognome: Amedeo Della Valle.

Il ragazzo di Alba è cresciuto, non sbaglia nulla, smista assist e segna 26 incredibili punti, è un uomo in missione sotto lo sguardo fiero di papà Carlo: quando il tabellone decreta la vittoria della sua Brescia è il più commosso di tutti, ci ha creduto ed ha avuto ragione. Vince il premio di MVP e di miglior assistman, e in mezzo alla gioia dei compagni dedica la vittoria ad un’amica da poco scomparsa.

I numerosissimi tifosi della Germani possono festeggiare, dopo non aver mai smesso di cantare per la loro squadra, mentre uno striscione sventola con la scritta “Always believe, never give up”.

È il migliore dei finali possibili per chi crede nelle favole sportive.

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