Pink and Roll

Ultimi secondi di ordinaria follia

02.05.2018 10:00

Trentatrè trentini arrivano a Torino tutti e trentatrè trotterellando.

In realtà quelli in campo sono un po' meno, anche se Sutton è spesso che vale almeno doppio, e soprattutto non sono così spensierati nel corso della partita: ancora una volta sembriamo noi quelli destinati a vincere.

Il clima generale al palazzetto è diverso dal solito, poca gente (per fortuna quella con la sigaretta elettronica che mi svampava in faccia contro Bologna ha deciso di rimanere a casa) e una quiete rassegnata che fa addormentare anche gli spazzoloni a bordo campo finchè lo speaker non li richiama all'ordine.

I tifosi presenti hanno la faccia di chi non ha niente da perdere ma viene comunque a guardare questi disgraziati che gli hanno fatto risparmiare i soldi dei biglietti dei playoff, per una volta un po' più ricchi a malincuore.

Sono seduta e non provo ansia, sorrido alla prima tripla di Washington, urlo alla seconda, ringrazio i santi alla terza e nella gioia generale mi domando come faccia Mbakwe a restare in piedi così malconcio e così dominante.

Ad un certo punto, come Superman che entra nella cabina e si toglie gli abiti da tutti i giorni per indossare quelli da supereroe, Jones si alza dalla panchina: non è più in borghese seduto in tribuna a battere le mani a gente che combina disastri, è in campo e segna in qualunque modo. Ha saputo aspettare che Vander "Blur" guadagnasse in due mesi più di lui in tutto l'anno per entrare sul parquet e dimostrare che non sempre l'MVP della GLeague merita più spazio di quello del campionato slovacco.

A questo punto della storia un lettore inconsapevole potrebbe pensare ad un lieto fine, un po' scontato forse, ma lecito: non scherziamo, stiamo parlando di Torino.

Non riusciamo ad essere costanti nei 40 minuti, come dicono gli esperti, ma più che altro abbiamo sempre quegli ultimi secondi di ordinaria follia che rovinano tutto il buono che è stato fatto prima.

Tendenzialmente psicopatici, siamo come quelli che percorrono tutta la navata, chiamano fotografi, fioristi, super ospiti, e poi scappano lasciando la sposa sull'altare.

Vorrei poter dire che ormai non ne vale più la pena, che non mi arrabbio nemmeno, ma sono uscita dal palazzetto con la voglia di affogare i dispiaceri in una bottiglia di Muller-Thurgau trentino DOC.

Da sognatrice ho smesso di credere in una possibile post-season ma spero ancora che la corsa verso il baratro si possa fermare con una vittoria nelle ultime due partite.

Photo credit: Fotoracconti.it

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