Dai Torino, non mollare, devi comprare.
Torna “Canestro e fallo” al giro di boa del girone d’andata.
Giro di boa: Torino quarta, sette vinte e quattro perse, nessuna sconfitta in casa, unici nel girone ad avere il palazzetto inviolato. Dei quattro ko, tre sono capitati quando Poser era infortunato, quindi abbiamo giocato con un centro solo. Con Milano, a tratti, nemmeno con quello, visto che Cusin non è più potuto rientrare. Davanti ci sono la corazzata Trapani che sta facendo il vuoto, seguita a quattro lunghezze da una ritrovata Cantù e da Treviglio che, a ranghi completi, abbiamo suonato al Ruffini.
Come giudicare questo girone d’andata? Bello, ma complicato o complicato, ma bello a seconda di ciò su cui vogliamo porre l’accento. Torino attacca in maniera bella ed efficace, aggredisce l’area, sembra avere una marea di soluzioni quando si passa il pallone con rapidità mandando fuori giri le difese avversarie. A proposito di difese la nostra è stato un neo in parte del girone d’andata, ma dall’incontro con l’Urania (perso per l’unico passaggio a vuoto offensivo di tutto l’anno) le classiche “due viti” sono state girate, provando anche qualcosa di differente come ha dimostrato il match con la JuvI Cremona in cui, per esempio, le conclusioni dalla distanza sono state limitate in efficacia, mentre noi le ritrovavamo in scioltezza.
Proprio il match con i lombardi potrebbe essere la svolta della stagione. É stato uno scontro fra due squadre con gli stessi punti che i gialloblù hanno affrontato con una tale concentrazione e forza mentale, sin dalla palla a due, che è sembrato tutto facile, ma la facilità ce la siamo creata da soli con la giusta voglia, applicazione, energia. È stata la classica partita che ti fa venire voglia di tornare a Palazzo immediatamente con una squadra che non molla di un centimetro, bella e intensa dove tutti mettono il mattoncino da un Teo Schina indemoniato a un De Vico magistrale, da Kennedy che aveva rischiato di non giocare per un infortunio nel riscaldamento e invece era lì a zompare e prendere canestro e fallo, a un Ghirlanda sempre più presente. La squadra di Franco Ciani continua, quindi, a meritare affetto e rispetto.
Proprio per motivi di affetto e rispetto, questi uomini meriterebbero di essere meno corti. Tradotto Torino deve comprare un altro lungo. Deve farlo, perché le rotazioni limitate logorano, perché ritrovarsi ad allenarsi in pochi logora, perché dal coach ai giocatori nessuno si lamenta degli infortuni o delle avversità, come rimarcato anche da Fabio Milano nel suo commento alla partita. Nessuno frigna come spesso succede in queste circostanze. Si risponde alle difficoltà con i fatti e con la serietà. E allora questa squadra merita di avere un compagno in più per non complicare il pane. Non un centro qualunque, non uno che non sia pronto quando rientrerà Cusin, come le sante parole in conferenza di Franco Ciani hanno spiegato in conferenza stampa, ma uno pronto subito. Non è facile però, parafrasando un coro della curva, “Dai, Torino, non mollare, devi comprare”. TrapanI e Cantù devono ancora venire a giocare da noi e ho idea che le cose potrebbero essere diverse rispetto all’andata.
Un'ultima notazione. So che certi gesti dovrebbero essere stigmatizzati eccetera eccetera, però Simone Pepe che, dopo una partita “curryana” e una lotta continua con alcuni fischi arbitrali difficilmente spiegabili (vogliamo parlare degli ultimi secondi del primo quarto?), quando va via dopo il quinto fallo porta sottobraccio il cartello pubblicitario, mi ha un pochino esaltato. Detto tra noi, occhio che dopo un inizio di stagione leggermente meno caldo rispetto a quanto siamo abituati, Simone sta tornando lui al cento per cento. Concludendo, forza Reale Mutua Basket Torino di Franco Ciani. Andiamo a vivere un gran girone di ritorno. E compriamo sto centro.
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