Serie A

Renato Nicolai: "Domenica con la Fiat sfida non scontata. E che gioia la coppa Italia vinta con Torino!"

Le parole in esclusiva a BST dell'ex direttore generale gialloblù, dalla scorsa estate a Sassari

06.02.2019 09:39

Ex contro. Domenica prossima al PalaVela sarà di scena la Dinamo Sassari, costruita la scorsa estate da Renato Nicolai, dallo scorso luglio direttore generale dei sardi. In gialloblù, Nicolai ha conquistato la Coppa Italia 2018, che rappresenta la cliegina sulla torta, dopo tre anni ad altissima intensità.

Nicolai, Sassari arriva da due sconfitte in fila, l'ultima al supplementare in casa contro Brindisi. Che partita ci dobbiamo aspettare domenica contro la Fiat?

“Non si tratta di una sfida scontata, come invece potrebbero far pensare le rispettive classifiche delle due squadre. Torino è tornata alla vittoria solo contro Reggio Emilia, ma la vedo in trend positivo a livello di gioco da almeno tre o quattro gare. Sassari, invece, dopo la partenza di Pettewey, era riuscita a trovare una buona chimica di squadra fino alla gara di Cantù, dove giocammo benissimo. Da allora, complici parecchi infortuni, abbiamo perso un po' di smalto”.

Come vede, invece, la Fiat di questa stagione?

“Alcune scelte tecniche di inizio stagione si sono rivelate errate. D’altra parte, quando cambi così tanto, dagli allenatori ai giocatori fino ai dirigenti, vuol dire che sono state fatte valutazioni sbagliate. E questo lo dico senza voler ricercare colpe specifiche. In tutto ciò, le voci su un passaggio societario, non hanno aiutato l'ambiente a trovare la giusta compattezza”.

Coppa Italia a parte, qual è il più bel ricordo che la lega all'Auxilium?

“Non è un segreto, la città l'ho letteralmente adorata e sono stato tre anni benissimo. Torino l'ho vissuta e sentita come casa mia fin dall’inizio. Il fatto di essere al debutto dopo ventidue anni di assenza dalla serie A1 ci ha permesso di crescere assieme. Ed è lì che è nato un grande senso di appartenenza: la salvezza all'ultimo secondo dell'ultima giornata del primo anno, la successiva stagione dell’assestamento con Vitucci fino ad arrivare all'anno scorso. Quando, nonostante tutte le vicissitudini, abbiamo giocato un'ottima pallacanestro, superando il turno in EuroCup: le vittorie contro Darussafaka e Bayern le ricordo con grande piacere”.

Qual è stato il colpo di mercato più riuscito nei tre anni a Torino?

“Senza dubbio Chris Wright. Arrivò in gialloblù, nonostante gli obiettivi di mercato in quel momento fossero altri. Con il senno di poi, dico meno male. Chris è un ragazzo dall'enorme spessore umano, importantissimo non solo sul campo ma anche a livello di gruppo. Un altro giocatore che non potrò dimenticare è Deron Washinghton: è il classico giocatore che migliora la qualità di tutta la squadra”.

Un'istantanea della Coppa Italia 2018: Renato Nicolai chiude gli occhi e cosa vede?

“E' stata davvero un'emozione unica, una delle più grandi soddisfazioni della mia carriera. Venivamo da un periodo complicato, dentro e fuori dal campo; ecco perché vincere è stato davvero impagabile. Quella coppa è stato il successo di tutti: abbiamo regalato a Torino e a i suoi tifosi un trofeo che è entrato nella storia”.

In Coppa Italia, Sassari inizierà la final eight contro Venezia, proprio come la Fiat di un anno fa. Scorge qualche similitudine?

“Sappiamo che Venezia è una squadra forte, con un roster lungo, ma noi contiamo di arrivare a Firenze in forma. Vogliamo giocarcela proprio come fece Torino l'anno scorso: fu una splendida partita, con un ottimo atteggiamento difensivo ed una rabbia agonistica incredibile. Ecco le armi che ci permisero di passare il turno”.

Che realtà ha trovato al suo arrivo a Sassari?

“Una realtà estremamente organizzata; nel basket, del resto, oggi non si improvvisa nulla. Quando vinci scudetto, Coppa Italia e Supercoppa nell'arco della stessa stagione, una base organizzativa di altissimo livello ci deve comunque essere. A Sassari non si fa mai il passo più lungo della gamba. E poi a Sassari si percepisce l'incredibile passione di tutta la Sardegna. Il mio ruolo a Sassari è un po’ diverso da quello che ricoprivo a Torino: sono più concentrato sulla parte organizzativa rispetto alla squadra. Ecco, forse il campo e la quotidianità sono ciò che mi manca maggiormente”.

 

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