Pantere domate a Lucca. Ancora una volta decisivo l'ultimo quarto
Resta ancora a secco di punti lontano dal PalaEinaudi la Fixi. Dopo la sconfitta all'esordio con Venezia, arriva lo stop a Lucca nel posticipo. Le ragazze di Spanu dopo aver raddrizzato un primo quarto piuttosto opaco, non hanno lucidità a sufficienza per tenere il passo della formazione di coach Diamanti negli ultimi 10', nei quali incassano il decisivo break di 20-6 che permette alle toscane il sorpasso in classifica. Avvio di partita decisamente incerto per le torinesi, che subiscono un iniziale 5-0, prima di sbloccarsi con Bruner. Le biancoblu inseguono per tutto il parziale, dapprima provando ad avvicinarsi 10-8 con Quarta, poi subendo l'accelerazione delle padrone di casa che scappano 18-10 (parziale di 8-2) con Wojta e chiudono (nello stesso modo in cui s'era aperta la gara) con una tripla di Crippa per il provvisorio +11. Le Pantere tirano fuori gli artigli per risalire nel secondo periodo, lanciate da Marangoni e Bruner in un parziale di 9-0 che porta il punteggio 23-21. L'aggancio arriva a quota 26 ancora con Marangoni sugli scudi. L'equilibrio resiste fino all'intervallo (34-33). Torino tenta più volte di staccare le avversarie prima 38-34 e poi 43-38 con Quarta, infine a circa 3' dalla terza sirena 48-42, ma non basta. Lucca riporta la partita in parità al 30' sul 49-49, obbligando la squadra di Spanu a dare tutto negli ultimi 10'. Le biancostellate si spengono e impiegano quasi 7' per trovare un canestro, mentre Lucca prende sempre più margine e costruendo il suo successo con un parziale di 11-0 che la Fixi non ha la forza di risalire. GESAM GAS LUCCA 69 FIXI PIRAMIS TORINO 55 (23-12; 34-33; 49-49) Arbitri: Ivano Bianchi, Michela Vilardo LUCCA: Battisodo 3, Landi, Tognalini 2, Pedersen 14, Dotto 11, Wojta 10, Harmon 14, Crippa 9, Miccoli 2, Salvestrini, Ngo Ndjock 4, Mandroni. All. Diamanti, Ass. Piazza. TORINO: Giacomelli, Tikvic 6, De Chellis, Kacerik, Quarta 6, Bruner 16, Cordola, Marangoni 9, Davis 12, Gatti 6. All. Spanu, Ass. Terzolo. Alessandro Gibellino
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