AMARCORD - Torino batte Avellino e sogna la salvezza
Le speranze di salvezza passavano da lì. Dal battere Avellino. Al Ruffini. Essendo arrivati a quel match reduci da due vittorie in fila. Con cinque giornate ancora da disputare e una rimonta in classifica che rimaneva ardua. Per non dire improbabile. L’allora Manital però disputò una delle migliori partite della sua stagione, il 3 aprile 2016. Si affidò a Dyson, a un Ruffini caldo e alla voglia di non dare nulla per scontato. Vinse, Torino. E mise un altro mattoncino verso l’impresa finale.
Di seguito, il racconto di quel match fatto da Mirco Melloni su La Stampa.
Il passo felpato di Jerome Dyson torna ad essere fatale per gli avversari. Lo sprint decisivo alla vigilia di Pasqua a Pistoia ha restituito a Torino il giocatore pre-aggressione dell’Epifania, ed è il playmaker americano a firmare l’impresa della Manital, che nel tripudio del Ruffini stoppa dopo 100 giorni e 12 gare la corsa della Sidigas Avellino. Il 78-74 dell’Auxilium, siglato anche dalla fisicità di Ebi ed Eyenga e dalla progressione di DJ White dopo un primo tempo sottocoperta, vale il tris di successi consecutivi per la squadra di Frank Vitucci (tutti contro avversari da playoff), eppure non è ancora sufficiente per tornare in superficie. Pesaro, infatti, vince al supplementare a Venezia e guasta un po’ il sapore dell’impresa alla Manital, che resta ultima da sola e di favori dagli altri campi ne raccoglie pochi (vedi Capo d’Orlando, che batte la capolista Milano), ma a quattro turni dalla fine Torino sa di essere rientrata nel campionato. E con lo scontro diretto con Pesaro da giocare all’ultima gara al Ruffini (dove è pace fatta tra pubblico e squadra) il -2 dal penultimo posto non spaventa l’Auxilium. «La salvezza ce la dobbiamo costruire noi – dice Vitucci – e stiamo crescendo. Contro Avellino era necessaria una prova di qualità superiore, l’abbiamo messa in campo, in particolare in difesa. Soltanto negli ultimi 50 secondi ci siamo fatti un po’ prendere dalla paura».
Sulla ruota di Torino escono il 16 e il 3, i numeri che ricorrono nei due break con cui prima la Manital contiene il tentativo di fuga ospite orchestrato dai canestri da fuori di Marques Green, e con cui poi Dyson spinge sull’acceleratore e mette alle corde la Sidigas. Dopo la mini-crisi sul 21-28 firmato da Buva, Torino non si fa spaventare dalla sicurezza della squadra più in forma del campionato: la prima reazione arriva con il giro di vite in difesa (in particolare sui giochi a due di Green) che consente a Dyson di esaltarsi in contropiede. Ma sulla volata del 37-31, l’ex Sassari cade male su una caviglia e il Ruffini trattiene il fiato. Il timore viene però spazzato via dal terzo quarto di The Sniper, che sul -3 (43-46) infila due triple da otto metri che hanno il potere di cambiare la gara.
Qui Torino diventa padrona del campo, Dyson distribuisce assist per Ebi ed Eyenga, e lo stesso Ebi buca la zona 1-3-1 di Avellino (59-49) chiudendo un quarto – il terzo, vinto 20-11 – da classificare come il migliore dell’annata della Manital. L’inerzia è tale che nemmeno i falli tecnici consecutivi affibbiati ad Ebi (quinto fallo ingenuo, per una chiara simulazione) e Vitucci stoppano la Manital, che con due schiacciate da urlo di White ed Eyenga vola a +11 (71-60). Le palpitazioni arrivano qui: a Torino viene il braccino, due perse banali di Eyenga e White rilanciano Avellino e Nunnally trova due triple impossibili per il -3 (77-74) a 7 secondi dalla fine. Dyson, però, non trema dalla lunetta e il suo record stagionale (25 punti) è la miglior notizia per la rincorsa della Manital.
MANITAL: Dyson 25, White 13, Giachetti, Mancinelli 7, Rosselli 4, Fantoni ne, Kloof, Bottiglieri ne, Eyenga 15, Goulding 1, Ebi 13; all. Vitucci.
SIDIGAS: Norcino ne, Ragland 4, Green 8, Veikalas 4, Acker 15, Leunen 4, Cervi 7, Severini, Nunnally 18, Pini, Buva 14, Parlato ne; all. Sacripanti
CREDITS: La foto di Torino-Avellino è di proprietà dell'Ufficio Stampa Auxilium ed è stata realizzata da Diego Barbieri
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