Coach Arioli l'ha vista così...
Difesa sugli esterni da rivedere, ma non solo
CONDIZIONE FISICA O MENTALE? Era da prevedere. E le esperienze delle altre squadre lo scorso anno (VARESE in primis) lo confermavano: giocare una coppa prosciuga le energie e rende difficile allenarsi e preparare al meglio le partite. La FIAT ha costruito un organico profondo proprio per questo motivo, ma contro CANTU’ la differenza di “passo” è stata evidente. Troppa difficoltà nel contenimento dell’1 c 1 da parte degli esterni torinesi, aiuti e rotazioni difensive quasi sempre in leggero ritardo. Che la FIAT sia già in debito di condizione fisica sarebbe preoccupante, e il 4° quarto di energia, cuore e nervi farebbe fortunatamente pensare il contrario. Piuttosto sembra che ci sia un po’ di stanchezza mentale e che qualche giocatore (GARRETT E PATTERSON per fare i primi nomi) stia istintivamente gestendosi e giocando un po’ al risparmio. Il “sistema-BANCHI” prevede invece applicazione e concentrazione soprattutto difensiva totale e quando questo è successo la macchina-TORINO ha mostrato di poter correre ai massimi livelli. 94 punti (e 74 dopo 3 quarti) indicano invece una squadra che contro CANTU’ non è riuscita a buttare sul parquet quella che deve essere la sua vera identità.
DIFESA SUGLI ESTERNI: Sembra essere questo, al momento, il maggior problema strutturale della FIAT. I 65 punti che SMITH, CULPEPPER, COURNOOH e PARRILLO hanno messo a segno (e non tutti questi quattro sono dotati di talento cristallino) hanno pesato come macigni sulla sconfitta contro i brianzoli. L’unico che è sembrato poter mettere un po’ di pressione e creare qualche difficoltà è stato POETA, se non altro con un po’ di cuore e mestiere. GARRETT, VUJACIC e PATTERSON hanno taglia maggiore e vantaggi fisici in attacco, ma “dietro” fanno molta fatica a reggere individualmente. Nel 4° quarto BANCHI ha provato a mischiare le carte con una zona adattata con OKEKE in punta che quasi ha ribaltato il match (ma GARRETT e PATTERSON erano seduti in panchina). E’ evidente che la soluzione debba essere trovata senza dover rinunciare all’apporto dei due pilastri del gioco gialloblu.
TASSONE UNO DI NOI: Piccola “pillola” che esula dall’aspetto tecnico-tattico della partita. La presenza nelle file di CANTU’ la RUFFINI di MAURIZIO TASSONE è stata ricco di significati. Torinese puro, giocatore molto conosciuto e apprezzato e protagonista per molti anni in squadre di TORINO, sta vivendo un’esperienza entusiasmante che è anche un bel segnale per i tanti bravi giocatori che popolano le “minors” del nostro movimento. E certamente non avergli dato il giusto risalto nel momento della presentazione delle squadre in campo, ne fa una piccola occasione mancata.
Commenti