La lavagna di Arioli: Capo-Torino
DAVANTI ALLA LAVAGNA
WHITE: Sembra l’unico gialloblu che sappia cosa fare, purtroppo i compagni si dimenticano di lui quando Capo d’Orlando al 4 fallo di Delas non ha proprio più nessuno che lo possa contrastare. Torino deve necessariamente giocare meno “corri e tira” e più soluzioni organizzate per coinvolgere DJ. QUINTETTO PICCOLO: Diventa in alcuni momenti l’arma in più di Torino. Scelta obbligata vista la latitanza di Wilson, ma con Washington da 4 non mancano rimbalzi, velocità e energia. Se diventa un’opportunità e non una situazione di emergenza potrà dare dividendi importanti in futuro. PERICOLOSITA’ PERIMETRALE: I dubbi sulla mancanza di tiratori si rivelano poco fondati, forse Torino non ha un vero specialista ma in Sicilia ben 6 giocatori colpiscono da oltre la linea dei 6,75.DIETRO LA LAVAGNA
ROTAZIONI DIFENSIVE: Torino ruota troppo spesso in ritardo e Capo d’Orlando raccoglie una valanga di canestri facili e tiri aperti. La difesa FIAT permette ai siciliani di giocare sempre “in ritmo” e di controllare la partita dal punto di vista tecnico. WILSON: Altra prestazione sconcertante del lungo torinese, suo il primo canestro FIAT e questo fa ben sperare, ma poi seguono minuti di abulia e impalpabilità. Non si capisce se sia il sistema non adatto a lui o se sia lui di difficile integrazione nella chimica della squadra, certamente al terzo flop consecutivo qualche campanello d’allarme deve cominciare a suonare! SECONDO QUARTO: E’ qui che si decide la partita, Torino accumula il solito break che fa scappare Capo d’Orlando, e il gap non sarà più recuperato. Complice anche la bravura dei siciliani ad attaccare la zona e la perdita di alcuni palloni in maniera banale. Anche questo è un problema che si ripresenta per la FIAT, alcuni cali di intensità e concentrazione complicano partite che stanno viaggiando su binari giusti.
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