Fiat Torino, per dare un "calcio" alle divisioni
E così, Fiat. Sponsor e non padrona di casa. Ma sponsor vero, al pari di Manital cui tutto il basket torinese dovrebbe fare un monumento grande così per quanto garantito negli ultimi anni. Adesso si volta pagina, nella continuità: la creatura di Graziano Cimadom – lui, persona fisica, anche azionista della società – rimane come sponsor, ma il nome sarà quell’altro. Quello che da anni i torinesi a volte amano e altre detestano: i motivi li conosciamo tutti, ma è un fatto che la città della Mole e la Fiat abitano lo stesso cielo. E, per tornare al basket, quando la Fiat non degnava di uno sguardo la palla a spicchi veniva rimpianta, mentre adesso che uno sguardo glielo ha dato - garantendo una sponsorizzazione biennale (con opzione per una terza stagione) – c’è chi storce il naso perché “gli Agnelli e la Juve proprio no”.
Beh, se si vuole far sì che il basket cresca anche (soprattutto) a Torino, sarà meglio lasciare il calcio fuori dal Ruffini. Lì dentro si giocherà a basket, ci saranno Poeta e D. J. White, coach Vitucci e Chris Wright, Harvey e Wilson, Okeke e Fall, Mazzola, Alibegovic e Washington. Le sciarpe di Juve e Toro (ordine alfabetico, mi raccomando) ne rimangano fuori: si tifi gialloblù e pure Fiat, intesa come Auxilium Cus. A cominciare da sabato, contro Sassari (ore 17): amichevole con scopi benefici, per avvicinare il campionato nel migliore dei modi. Tutti d’accordo, vero?
Domenico Latagliata
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