Torino, quattro partite per capire...
Quattro partite per capire. E comunque per crescere. La trasferta di Brindisi, Milano da ospitare, il viaggio a Trento e Venezia al Ruffini: un mese complicato per la Fiat, il cui bilancio è al momento di due vinte e due perse. In linea con quanto sperato? Probabilmente sì, anche se il ko di Capo d’Orlando avrebbe potuto essere evitato. Però, per dirla con Vitucci, “se togliamo Milano, che rischia di vincerne trenta su trenta, finora di successi fuori casa ce ne sono stati pochissimi. Manteniamo l’equilibrio, dobbiamo crescere pian piano”. Il che non significa non provare a vincere su ogni campo, pure perché squadre schiacciasassi – Olimpia a parte - non se ne vedono. Nel dettaglio, non prendendo in considerazione proprio Milano, la prima giornata ha visto vincere ‘on the road’ solo Venezia, la seconda ha proposto esclusivamente vittorie casalinghe, la terza Trentino corsara a Venezia, Caserta a Cremona e Reggio Emilia a Brindisi, la quarta Avellino a Pesaro. Stop. In totale: cinque successi su 28 incontri. Pochi, in effetti. Con il risultato che chi ce l’ha fatta – Caserta, per esempio – ha immediatamente spiccato il volo verso i piani altri. Torino ambisce a fare altrettanto, ci mancherebbe altro. Provando intanto a dare un dispiacere a Meo Sacchetti, uno che a Torino ha scritto pagine di un certo rilievo: i pugliesi arrivano da tre sconfitte di fila e si sono resi protagonisti (negativi) di alcuni blackout prolungati che hanno impedito loro di avere una classifica migliore. Proprio quei blackout che hanno caratterizzato anche alcune delle partite di Poeta e compagni: “Arriveremo pian piano ad avere una costanza di rendimento per tutti i quaranta minuti”, la certezza del play gialloblù. Al momento, senza se e senza ma, una delle colonne della squadra.
Domenico Latagliata
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