Canestro e fallo - Prima o poi doveva succedere
PRIMA O POI DOVEVA SUCCEDERE
Prima o poi doveva succedere. Anzi, pensavamo succedesse prima. In casa del Cedevita, per esempio. L’esordio europeo nella tana di una squadra rognosa. E invece no. Pensavamo succedesse contro il Levallois. Giochi ogni tre giorni, primi segni di stanchezza, oh, poi quelli hanno Diaw e Prepelic. E invece no. E allora contro il Daroussafaka di coach Blatt, troppo alto il livello. Il pensiero che arrivasse la prima sconfitta europea aleggiava sul Palazzetto, ma, diciamocelo, un po’ era anche per scaramanzia, come le altre volte, perché sì, un pizzico ci credevamo.
E la scaramanzia sembrava funzionare, perché, dopo un primo quarto molto difficile sotto una pioggia di triple, con un quintetto altamente proletario avevamo ricucito quasi tutto il gap e la sassata di Garrett da casa sua sulla sirena ci portava a -6, tabellino alla mano il gap era causato da una percentuale sui liberi da psicodramma. Il tutto col Ruffini in versione girone dantesco e Vujacic che, a un certo punto, aizzava qualsiasi settore si trovasse a tiro, che se solo ci penso mi viene da alzarmi in piedi e urlare anche adesso che sono le sette di mattina e sto scrivendo al computer, mannaggia la pupazza. Gli sguardi febbrili degli amici incrociati nell’intervallo, oltre a essere messi a dura prova dall’universo femminile decisamente in forma presente alla partita, restituivano un solo messaggio: crediamo all’ennesima rimontazza.
Invece i sogni, spesso, muoiono all’alba o, in questo caso, nel terzo quarto. Come risucchiati in una dimensione parallela, i nostri palloni ballano sul ferro in modo beffardo, diventano oggetto di attacchi sbagliatissimi, vengono passati a casaccio, continuano a litigare coi liberi. Non difendiamo nemmeno male, ma se segni quattro punti, ogni canestro avversario diventa una coltellata, resa più dolorosa dal fatto che gli unici turchi del palazzetto erano nella fila davanti a noi e, seppur decisamente corretti, qualche esultatina è loro scappata.
L’ultimo quarto è puro garbage time dal primo secondo, ma il Daroussafaka continua, giustamente, a giocarlo al massimo, con raddoppi in difesa ed energia in attacco. Però il pubblico persevera nel cantare, perché sa che prima o poi doveva succedere e, anche se c’è la voglia di schiacciare di nuovo “start” sul joypad della play per ricominciare a giocarsela da capo, tributa il giusto applauso ai suoi. Una grossa soddisfazione morale in una serata avara di soddisfazioni sportive: capita. Prima o poi doveva succedere. E’ successo. Però ripartiamo tutti insieme, con le splendide parole di Banchi nel cuore e una voglia di rimanere in Eurocup che non ho mai sentito così forte.
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