Parole, parole parole... (cit.)
"Sarà un'estate ricca di colpi di scena" si diceva fino a un mese fa. Invece...
E’ il bel mondo del basket torinese. Dove tanti parlano e sognano, ma dove non succede (quasi) mai nulla di concreto. Perché, alla fin fine, ognuno bada al proprio orticello, convinto che sia il migliore di tutti. Succede allora che da settimane (mesi?) si inseguano voci le più disparate. Senza fare nomi (teniamo famiglia), A è pronta ad allearsi con B mandando a stendere C, D si separerà da E, lo sponsor X non sopporta il dirigente Y e quindi lo lascerà in mezzo a una strada, il presidente Z ha chiamato il direttore sportivo W per proporgli un incarico ma chissà se quello accetterà e via di questo passo.
Chiacchiere: tante. E tutte effettivamente avvenute. Fatti concreti: pochi. E molto probabilmente nessuno scenario alternativo a quello esistente andrà a concretizzarsi. Certo, cambierà qualche panchina: come sempre, alcune anche molto a sorpresa (fidatevi). Ma ai piani alti – intesi come alleanze strategiche per fare crescere davvero il basket cittadino – quasi certamente non si muoverà foglia. Vale allora la pena riepilogare, per i più disattenti, il quadro attuale: l’Auxilium da due anni ha stretto alleanza con il Cus Torino per avere un settore giovanile (obbligatorio) e ha nella Basket Academy un progetto ancora agli albori, la Pms Moncalieri sta per conto proprio (i rapporti tra Forni e Terzolo, rispettivamente i numeri uno di Auxilium e Pms, sono inesistenti e tali rimarranno) ma vanta una serie di collaborazioni sul territorio tra cui quella (molto proficua) con Collegno, Crocetta vive di luce propria, del Cus si è detto, la 5 Pari si è allargata non poco ma fino adesso ha voluto rimanere libera di fare accordi con chiunque.
Partendo da questo scenario, come in un qualunque Risiko giocato da adolescenti, immaginate progetti, alleanze, veti incrociati, promesse o comunque mezze parole date e poi tolte. Se ne sono sentite e registrate di tutti i colori. Cosa succederà? Poco. Probabilmente nulla. Perché il proprio tornaconto viene prima di tutto.
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