Banchi: "Ho scelto Torino con un briciolo di sana follia"
Il coach della Fiat Auxilium Torino si è presentato in splendida forma, fisica e mentale: ripartono da lui le ambizioni gialloblù
Pochi minuti dopo l’inizio della presentazione, le lamiere di copertura della sala conferenze del Mirafiori Motor Village hanno iniziato a tremare sotto i colpi incessanti della pioggia, abbattutasi su Torino con violenza. Se il detto popolare sarà confermato, il matrimonio tra Luca Banchi e la Fiat Auxilium Torino potrebbe essere nato sotto i migliori ausipici. Banchi si è presentato a Torino con il volta rilassato, una linea invidiabile da “prova costume” e una sicurezza da condottiero: riparte da lui la Torino del basket, reduce da due stagioni vissute con stati d’animo completamente diversi ma entrambe con la riconferma dell’Auxilium nell’elitè della pallacanestro tricolore.
“Ho accettato l’idea di sposare il progetto Auxilium con quel briciolo di incoscienza e di follia che serve alla base di qualsiasi scelta”: non una follia, ma idee chiarissime per il 51enne coach grossetano, allenatore e general manager al fianco di Marco De Benedetto e Francesco Forni.
Reduce da due anni di stop, “che spero non si verifichino più”, Banchi ha la difficile missione di rilanciare sia la sua che la storia della Fiat Torino, ambiziosa e “in attesa di ricevere dall’Eurolega la risposta sulla wild card per l’Eurocup”. Comunque vada la base di partenza sarà il nucleo di italiani che ha vestito il gialloblù lo scorso anno: Poeta, Okeke e Mazzola le tre certezze, con gli altri a contendersi un posto per entrare a far parte del “nuovo corso gialloblù, del salto di qualità che vogliamo fare”, affidandosi alle parole del presidente Forni.
Secca anche la smentita sui nomi circolati in questi giorni: “Abbinare certi nomi ad una realtà come Torino non costa nulla, è semplice, ma può avere un effetto negativo. Sono nomi importanti, impegnativi, ma richiamo tutti a equilibrio”. Evitare di leggere nomi come Hackett farebbe piacere al tecnico dell’Auxilium e farebbe soprattutto bene alla piazza torinese e alle trattative di mercato che si andranno a tessere in questi mesi.
Contratto triennale per Banchi, “con obiettivi a breve, media e lunga scadenza”, carta bianca sul mercato: “Giusto che non giochi nessun giocatore poco desiderato dall’allenatore o dalla dirigenza, ci sarà condivisione”.
Torino avrà una rosa ampia, che dovrebbe comprendere 12 giocatori utili per affrontare le sfide che propone la serie A, “un campionato che è diventato di formazione, come ha dimostrato il Fenerbahce campione d’Europa ricco di atleti passati da qui”, e l’eventuale Eurocup: “Creare un primo e un secondo quintetto equilibrato significa avere intensità durante la settimana” e quindi durante gli allenamenti, evitando di vivere momenti bui come quelli vissuti da Vitucci la scorsa stagione, quando si ritrovava in palestra con una manciata di atleti.
Una delle basi da cui ripartire sarà David Okeke, giovane ala classe 1998 salito alla ribalta nel finale dello scorso campionato dopo una prima parte passata ad osservare: “Lui rientra nei canoni per età, talento, prospettiva, chi mi ha preceduto ha iniziato a costruire i connotati indispensabili per crescere. David avrà la responsabilità di tenere fede alle attese”.
Sugli obiettivi stagionali, la domanda che tutti si pongono, con una spruzzata di speranza, è semplice: "Se mi hanno chiesto i playoff? Certo, me li hanno chiesti e, soprattutto, me li sono chiesti io".
Poche le indicazioni di mercato, tanto l’entusiasmo e la sicurezza mostrata dal tecnico cresciuto al Don Bosco Livorno: l’era Banchi è appena iniziata, la pioggia non spaventa le ambizioni torinesi.
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