Serie A

Galbiati e Comazzi, la Fiat non trova la vittoria ma per loro arrivano gli applausi

Il nuovo coach di TOrino riesce a ricompattare il gruppo: l'Auxilium ritrova il suo punto di riferimento

07.02.2018 22:12

Non riescono nell’intento di superare lo Zenit e passare il turno in Eurocup, i gialloblu, ma il benvenuto dato a Galbiati e Comazzi da parte di squadra e pubblico non poteva probabilmente essere migliore. Il risultato non è arrivato, e oggettivamente l’impresa non era per nulla semplice a prescindere che il coach si chiamasse Galbiati, Recalcati o in qualche altro modo, ma la squadra vista in campo ha finalmente dimostrato di saper reagire. E il gruppo visto in campo domenica scorsa, arrendevole e in balia dell’avversario, ne è solo un lontano, si spera, parente. Il cambiamento in panchina, l’ennesimo della stagione, dunque sembra aver fatto bene all’Auxilium da il benvenuto al nuovo suo nuovo coach, alla sua prima vera panchina, se non con una vittoria almeno con una prestazione di tutto rispetto. Un benvenuto che Galbiati ricambia con grandi sorrisi, abbracci e strette di mano a giocatori, giornalisti, tifosi e chiunque incontri sul suo cammino durante i minuti, lunghi e interminabili, che hanno portato al fischio di inizio. Un comportamento che, per la verità, sa poco di “obbligato” e molto di quell’atteggiamento genuino di un ragazzo giovane che, per un motivo o per l’altro, si trova catapultato in una situazione impensabile solo pochi giorni prima. Un salto nel basket dei grandi che di certo non avrà fatto dormire sonni tranquilli al giovane Polo Galbiati, un passato da vice prima di Repesa a Milano e poi di Banchi proprio qui, sotto la Mole. Una tensione, percepita in modo chiaro, all’ingresso in campo, durante il riscaldamento, e trasformato in grinta e determinazione nel momento della palla a due. A quel punto i sorrisi e gli auguri piovuti da ogni parte lasciano il posto al Galbiati allenatore.

I chilometri fatti davanti alla sua panchina saranno probabilmente gli stessi percorsi dai suoi giocatori in campo, ma questo ha ben poco a che fare con l’ansia. Il nuovo coach ha saputo incitare e caricare nel modo giusto i suoi giocatori, non li ha mai persi di vista, ha saputo tenerli sul filo del rasoio nel momento migliore del match, sostenendoli poi nel momento più delicato del match. Fino alla fine, indipendentemente da quello che sentenziava il tabellone. Una presenza costante la sua che i gialloblu hanno percepito e soprattutto seguito. Non era certamente facile raccoglie le redini di Banchi prima e Recalcati immediatamente dopo, in un ambiente che la tranquillità l’aveva ormai abbandonata da settimane. E come se non bastasse, la sfida da dentro o fuori contro lo Zenit ha messo il carico da novanta in fatto di pressioni e ansie. La squadra vista in campo, però, ha dato sin dall’inizio la sensazione di aver ritrovato, finalmente, un punto di riferimento chiaro e importante. E non potrebbe essere diversamente. Conoscono i loro ragazzi, Galbiati e Comazzi, sanno come gestire il gruppo e quelli che si sono trasformati ufficialmente nei “loro” giocatori ripongono nei due tecnici la massima fiducia. Un rapporto consolidato da mesi di lavoro, di condivisione, di gioie e dolori che si è ulteriormente cementificato sul campo del Ruffini. Il risultato, è vero, non permette a Torino di festeggiare l’ennesima impresa di una stagione partita tra gli applausi, ma la reazione vista questa sera, ci si augura, potrebbe aver messo la parole fine ai drammi e alle polemiche che da troppo tempo caratterizzavano la quotidianità di Torino. È buona la prima, dunque, per Galbiati e Comazzi, almeno dal punto di vista del rapporto con la squadra e del loro operato: i risultati ne saranno la logica conseguenza. Intanto, in attesa di rivedere la vera Auxilium, i complimenti, a Galbiati, Comazzi e Siragusa, sono d’obbligo.

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