Il Festival di Torino
Non capita spesso di trovarsi a commentare una partita quasi perfetta e se sei di Torino quest'evento è ancora più raro: dopo una serie infinita di sconfitte terminata la settimana scorsa con la vittoria contro Reggio Emilia, la Fiat Torino prosegue la sua marcia per la salvezza battendo una fiacca Dinamo Sassari.
Fin dai primi minuti l'Auxilium è carica, e ancora sotto gli effetti del Festival inizia a suonargliele: triple come se piovessero, palloni recuperati e finalmente una buona difesa.
Quando arriviamo all'intervallo con un vantaggio in doppia cifra inizio a domandarmi quale sciagura potrebbe accadere, temendo che nei primi minuti gli avversari possano riportarsi a contatto: nessuno al Palavela si aspetta di vincere in modo facile, è una tradizione che va avanti da anni, siamo tifosi troppo abituati a soffrire. Ricordo ancora la partita contro Caserta di qualche stagione fa, quando sul +22 a pochi minuti dalla fine avevo osato cantare vittoria: dopo l'esperienza traumatica, una delle tante, non gioisco mai prima dell'ultimo minuto.
Ma domenica la Fiat ha una marcia in più e non c'è un attimo in cui da l'impressione di poter perdere.
Ogni giocatore da il suo contribuito, tasselli che si incastrano alla perfezione dimostrando di saper giocare da vera squadra, con la voglia di tirarsi fuori dal fango delle ultime posizioni in classifica.
Quando più di un giocatore gioca la sua migliore partita stagionale allo stesso momento il risultato può soltanto essere un grande spettacolo.
Moore è infallibile dall'arco, segna 6 triple su 6 e fino all'ultimo possesso ha fame di punti ma non è mai sopra le righe: un bravo ragazzo e un bravissimo giocatore.
Jaiteh cattura tutto ciò che passa vicino a canestro, che sia in attacco o in difesa, trasformando in oro i tiri sbagliati dai compagni e vincendo il confronto con i lunghi avversari: dimostra di essere il centro di cui Torino ha bisogno, un lavoratore onesto e senza fronzoli, con il sorriso sempre sulle labbra e la voglia di spaccare il mondo. Forse i giorni passati in panchina lo hanno motivato ancor di più a dare il 100% e adesso possiamo goderci i frutti di questa attesa.
Mcadoo ha finalmente trovato il suo ruolo, gioca da 4 vicino a canestro, non sovrapponendosi a Wilson, con un fisico che gli permette di vincere molti dei confronti con gli avversari. Sembra quasi impossibile che sia lo stesso giocatore di inizio stagione, molle, distratto e criticato dall'intero palazzetto: ora segna, difende e sorride incitando i tifosi, i quali riescono a perdonargli qualche tiro libero sbagliato di troppo.
E infine vorrei parlare di Hobson, colui che quando ha messo piede in città aveva già ricevuto più critiche di chiunque altro e che con umiltà ha dimostrato, partita dopo partita, che la voglia è ben più importante del curriculum. In fondo Larry Brown ci ha fatto un bel regalo scegliendolo, si sta rivelando uno degli acquisti più azzeccati degli ultimi anni: un gran fisico, carisma, tiro da fuori, buona difesa e soprattutto un'incredibile visione di gioco. Resta in campo tantissimi minuti perchè il coach ha bisogno di lui, i compagni seguono il suo ritmo e i 10 assist di questa partita ne sono la prova. Tra un' esultanza e l'altra sembra dire "questo è il mio posto" e noi saremmo ben contenti se continuasse ad esserlo anche il prossimo anno.
Anche gli altri giocatori hanno offerto minuti preziosi, con una speciale menzione per la difesa di Cotton, per i primi due punti in serie a di Guaiana e per Wilson, che dopo un buon avvio è costretto a lasciare il campo per doppio antisportivo: porta comunque il suo contribuito andando a guardare la partita sotto la curva, rifiutando educatamente la birra offerta e facendo da modello per le foto nonostante volesse solo supportare i compagni.
Le immagini di questa vittoria ci faranno compagnia per le prossime tre settimane, consolandoci almeno in parte quando guarderemo qualcun altro vincere la Coppa Italia.
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