La notte che cambiò la stagione della Manital
Cambiare il destino di una stagione in poche ore. Così verrà ricordata negli anni a venire la serata tra il 5 e il 6 di gennaio, la stessa in cui i bimbi aspettano i dolci della Befana, e in cui due atleti della Manital Torino, Jerome Dyson e Ian Miller, sono stati brutalmente aggrediti e picchiati da 4 o forse 5 persone all’uscita di un locale torinese, il Club 84, episodio avvenuto tra le 4.30 e le 5 del mattino. A pagare il prezzo più alto è stato il playmaker da poco a Torino, Jerome Dyson, che ha riportato un forte trauma cranico e parecchie contusioni, che lo costringeranno a letto per i prossimi 30 giorni, necessari per capire i tempi di recupero. Stiamo parlando di fratture che coinvolgono la scatola cranica, nello specifico un trauma cranico nelle regione temporo-parietale sinistra: i tempi di recupero, purtroppo sia per l’uomo che per l’atleta, non possono essere inferiori a due mesi. Da condannare senza se e senza ma il vile gesto compiuto, che ha costretto uno dei giocatori più forti del nostro campionato in un letto, ponendo ipoteticamente la parola fine alla stagione del prodotto dell’Università del Connecticut. Il primo pensiero che mi passa per la testa è: se al posto di un atleta nel pieno della forma, con un fisico fuori dal comune, ci fosse stata una qualunque altra persona, adesso staremmo parlando di un dramma ancora più grande. Sorvoliamo sulle dinamiche dell’accaduto, dato che in questi due giorni intensi le ricostruzioni sono molteplici ma nessuna è confermata: l’occhiata a una ragazza “da non guardare”, l’alcool, precedenti ruggini, tutte voci che non possono essere confermate e che vengono smentite o avvalorate nel giro di qualche minuto, in un susseguirsi di notizie che poco portano alla corte della verità. L’unica certezza è che con tutta probabilità la società Auxilium non potrà contare su Dyson. Nella stessa frase abbiamo inserito due delle vittime di questo fatto di cronaca, cioè la società e Dyson: discorso diverso per Miller, che rimane pur sempre una vittima ma che per fortuna dovrebbe tornare a breve a calcare i parquet di tutta Italia. Torino torna sul mercato, dunque, con l’idea di trovare un playmaker in grado di sostituire “the Sniper”, dato che la sfortuna, sempre lei maledetta, ha collocato il misfatto a pochi giorni dalla rescissione del contratto con Dawan Robinson, accasatosi all’Olimpia Lubiana. Non sappiamo se Robinson sia l’uomo giusto per sostituire Dyson, di sicuro la sorte ha tolto un’altra possibilità ai gialloblù. Senza dimenticare che i visti per atleti extracomunitari, sei a disposizione di ogni squadra che adotta il 5+5, sono esauriti. “Di aspetti tecnici non me ne occupo - spiega Massimo Feira, Amministratore Delegato dell’Auxilium Cus Torino - ma è evidente che il roster debba essere completato. Ci stiamo guardando intorno ma non ne sono rimasti tanti: dobbiamo anche capire con coach Vitucci quali possano essere le caratteristiche necessarie al suo gioco e a sostituire un campione come Dyson. Cerchiamo un professionista vero, che venga a Torino con l’intenzione di aiutarci veramente e non di svernare”. Il profilo principale è naturalmente Roko Ukic, playmaker croato che ha iniziato la stagione con la maglia di Varese e che in questi giorni ha rifiutato un’offerta di Cantù, confermando il suo status di “arruolabile” e di “vistato”, condizione necessaria per poter essere tesserato da Torino. L’ostacolo più grande è sicuramente il costo dell’operazione, specialmente per una società che ha dimostrato di non lesinare sforzi in caso di necessità: probabile che si sondi il mercato dei comunitari e dei Cotonou. Auxilium che esprime massima solidarietà ai due atleti, anche se la domanda circa l’opportunità per un giocatore professionista di trovarsi alle 5 in una discoteca nasce spontanea: “Era un giorno di riposo, il primo di un break di 15 giorni dagli impegni agonistici - prosegue Feira - Si arrivava da un periodo molto intenso, da una vittoria: è successo un fatto grave, indegno che succedi una città come Torino. Siamo molto vicini dal punto di vista umano, in ogni caso è evidente che siamo richiamati tutti alla serietà. Al momento non riteniamo di prendere provvedimenti, vogliamo capire la dinamica dell’accaduto”. Vi terremo aggiornati sugli sviluppi della vicenda più scabrosa e drammatica del 2016, almeno per la pallacanestro: vero che sono passati solo pochi giorni dall’inizio dell’anno, ma la speranza è che questa sia la prima e ultima puntata di una vicenda che lascia senza parole e che rovina il bel clima che si iniziava a respirare nella Torino dei canestri.
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