Torino e Cremona, i numeri parlano chiaro
Sulla carta, Fiat Torino-Vanoli Cremona (domenica, ore 18,15 al Ruffini) sarà partita a punteggio alto. Statistiche alla mano, Torino segna 81 punti di media e Cremona 82. Non basta, perché la Fiat ne subisce 85 e la Vanoli 84: dopo tre giornate (con il bilancio di una vittoria e due sconfitte per entrambe), siamo di fronte alle difese più ‘allegre’ del campionato. Il che non farà piacere a due allenatori ‘quadrati’ come Vitucci e Pancotto, ma è un fatto che entrambe le formazioni sono state costruite per correre più che per difendere all’arma bianca: chiaramente il passare delle settimane porterà con sé aggiustamenti e correttivi, ma al momento questa è la solfa.
La Fiat arriva dal ko di Capo d’Orlando, dove davvero non è piaciuto l’atteggiamento in fase di non possesso, portando coach Vitucci a dire chiaramente che “bisogna fare di più, con maggior concretezza”. Cremona arriva invece da due sconfitte in fila, con Trento prima e Caserta poi: in entrambe le circostanze, i lombardi hanno subìto blackout inspiegabili (gli ultimi tre minuti del match contro la truppa di Buscaglia, un pessimo terzo quarto contro i campani) che hanno poi determinato l’esito del match. Un po’ il difetto che è proprio anche dell’Auxilium Cus: squadre speculari, insomma.
Rimanendo a Torino – non senza aver segnalato tra le fila della Vanoli Elston Turner, giocatore da 21 punti in 26’ finora, con il 44% da due, il 66% da tre e il 100% ai liberi – tra i più attesi c’è senz’altro l’ex di turno Deron Washington. Capelli color fuxia (visti a Capo d’Orlando) o meno, è lui – più di White, per certi versi – il giocatore chiave per Torino: dalle sue mani e dalle sue scelte ne derivano l’equilibrio di squadra, la capacità di costruire gioco (senza passare dal play) e di difendere duro, nonché quella di mantenere i nervi saldi. Proprio per questo, sarebbe meglio che il figlio di papà Lionel evitasse di farsi fischiare falli tecnici e/o antisportivi: ad Avellino e Capo è successo in momenti chiave e la squadra ne ha patito. Keep calm, insomma.
Domenico Latagliata
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