Canestro e fallo: riprendere il filo.
Alla fine ottobre è arrivato e con esso l’inizio di una nuova stagione. All’inizio può esserci sempre un pochino di timore che le cose non siano esattamente quelle dell’anno prima, soprattutto se si è stati bene come lo siamo stati lo scorso anno grazie a una stagione sopra le righe confezionata da Franco Ciani e i suoi uomini in cui il traguardo sfiorato brucia, ma il bel modo in cui abbiamo giocato la stagione vale più del mero risultato. Alla fine vince uno solo, Pistoia in quella finale è stata più brava di noi, ma noi siamo stati bravissimi sempre onorando la canotta gialloblù, facendo divertire, facendoci voler bene. La domanda è sempre la stessa: non è quello che, principalmente, chiediamo a una squadra? Anche la risposta è sempre la stessa: sì.
Ho iniziato a tranquillizzarmi durante le partite di Supercoppa e non tanto per i successi contro Cantù e Casale, quanto la sera della sconfitta con Treviglio. Senza Schina e Thomas Torino è riuscita a lottare e a portare ai supplementari i lombardi per poi cedere di un soffio in una partita in cui gli avversari sono stati fenomenali da tre (ricordiamoci questo aspetto, ci torneremo). Non è stata solo la grinta e la volontà a farci giocare bene quella partita, ma l’applicazione degli schemi e i meccanismi oliati nonostante le parecchie facce nuove affiancate alle graditissime conferme.
In queste prime giornate potrei sbilanciarmi e dire che quest’anno Torino mi è piaciuta ancora di più dello scorso anno. I lunghi sono una lieta sorpresa con Cusin che sa ancora spiegarla e Poser molto più vicino a quello della prima parte del 2022/23 (anzi, meglio) che alla seconda condizionata dalla lunga assenza. Federico pare aver voglia di dimostrare qualcosa, come si vede non tanto dalla puntualità in attacco quanto dalla concentrazione in difesa, come quando domenica scorsa ha soffocato Guariglia, non proprio l’ultimo arrivato come sappiamo, in un paio di circostanze.
Sempre sottovoce viene voglia di dire che gli stranieri sembrano azzeccati. Kennedy è stata un’ottima pescata, molto ponderata (e qui si vede proprio l’impronta di Ciani) tanto che Keondre sembra aver giocato sempre in un campionato simile alla Lnp. Arriveranno i momenti no, è giovane, ci sta, ma l’ex Retrievers sembra avere qualcosa dentro che potrà farglieli superare. Donte Thomas è più esperto, ha mani calde, ma sa fare anche tutte quelle cose che non finiscono nei tabellini. Vederlo esultare per un bel canestro di un compagno è uno spettacolo che lo fa definire tranquillamente “uno di noi”.
Simone Pepe sta segnando leggermente meno della scorsa stagione, anche perché spesso viene duramente raddoppiato dagli avversari, ma riesce a mettere sempre la scintilla giusta per essere clamorosamente utile e far girare le gare. Se non entra il tiro c’è sempre l’assist geniale, il cambio di gioco, anche la protesta o il fallo che accendono la squadra. Poi la tripla Curryana contro Treviglio ci dice che la retina la sa sempre trovare nei modi più goduriosi e rimane indispensabile come quando aizza il pubblico così rabbiosamente che mi metto paura io dagli spalti. Sì, Simone, urlo più forte, va bene.
Capitan De Vico merita un capitolo a parte. Non solo è tornato in campo dopo un infortunio così doloroso che credo non si riesca nemmeno a definire, ma lo ha fatto con ancora più fame e leadership. Contro Agrigento e Treviglio si è messo a stoppare qualsiasi cosa arancione passasse dalle sue parti, oscurando la vallata per difendere con i denti vittorie e vantaggi. Il modo in cui alcuni personaggi lo hanno trattato ad Agrigento è stato ingiusto e ridicolo, una pagina da dimenticare a cui Niccolò ha risposto sui social con eleganza.
La regia di Vencato è ancora più fantasiosa e il rientro in pianta stabile di Schina non può che far bene perché serve la lucidità e i giusti minutaggi di entrambi per continuare a sognare. C’è la sensazione che Ghirlanda stia arrivando (che sfiga quell’appoggio a canestro che ha girato sul ferro ed è uscito cacciandoci l’urlo in gola) e quella che Fea saprà rendersi utile quest’anno.
Dulcis in fundo parliamo di Lui, Franco Ciani. Io sono di parte, non sono lucido, stravedo per lui e giuro che la notte prima di abbonarmi ho sognato il coach che mi intimava di farlo, una cosa stile San Paolo illuminato sulla via di Damasco. Però ascoltando persone leggermente meno impallinate di me con il nostro allenatore ho visto che sono giunti alle mie stesse conclusioni: i fili con lo scorso anno sono stati riannodati. Torino è di nuovo quella squadra da amare, sostenere e per cui spendere tempo non sarà mai uno spreco. Quattro partite giocate e l’unica persa è stata quella dove siamo costretti a giocare due quarti senza play (fra l’altro rischiando di raddrizzarla). Tre giorni dopo si va su un campo caliente come quello di Agrigento e la portiamo a casa mantenendo la testa fredda quando gli avversari provavano a ritornare in partita col pubblico che trascinava. Quattro giorni e arriva l’ennesimo capitolo della saga contro Treviglio in cui, memori della pioggia di triple di Supercoppa, ne concediamo solo una (e sì ci sarà tanto di loro in questa serata storta dalla distanza, ma c’è anche parecchio di nostro) e diamo sfoggio di una difesa pazzesca, un vero e proprio clinic difensivo come l’ha definito un geniale utente nei commenti del match. Proprio perché Basket Torino è questa bella cosa qui e meriterebbe qualche pienone in più mi sento di lasciare il finale alle parole del grande Dido Guerrieri, scritte nel suo taccuino tanti anni fa, ma più che mai attuali: “Qui apprendo che i tifosi torinesi di basket hanno il palato fino, e che per accorrere in massa pretendono almeno la finale per lo scudetto. Poveri cocchi. Palato fino? Sarebbe come se uno, dopo aver mangiato una ventina di volte al ristorante, si mettesse a scrivere un trattato di gastronomia. Da quanti anni c’è il grande basket a Torino? Come direbbe il goliardone quasi vegliardo Renzo Arbore meditate, gente, meditate. Cari tifosi, continuate a mangiare, pardon, volevo dire a vedere il basket, e il palato ve lo farete. E venite a vedere tutte le partite, altro che la finale per lo scudetto!”
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