Nazionale

Messico ko, per raggiungere Rio si passa dalla Croazia

08.07.2016 23:54

Che il Messico non fosse la squadra più forte di queste semifinali, lo sapevamo un po’ tutti, compreso Azo Petrovic. L’allenatore della Croazia, in barba all’educazione e al rispetto per gli avversari, aveva provato a mettere pressione sugli azzurri nel post partita della semifinale contro la Grecia, spiegando che al “99% giocheremo contro l’Italia”. Risultato che si è prontamente verificato, grazie alla qualità del roster italiano e all’ottima “uscita dai blocchi di partenza”: le triple di Gallinari, autore di 10 punti in una decina di minuti, e i leggiadri movimenti di Bargnani hanno contribuito a propiziare il 19-13 della prima frazione, vantaggio mantenuto nel prosieguo del match nonostante i volenterosi messicani. Serviva la vittoria perchè, come dichiarato da Messina nell’avvicinamento al match, “non mi preoccupo dello spettacolo: preferisco pensare alla concretezza e alla solidità”: l’ostacolo Messico è stato superato e ora ci aspetta la Croazia, ultimo scoglio prima di uscire dal tunnel olimpico che ci vede lontano dai cinque cerchi da 12 anni, da quel 2004 entrato di diritto nella storia della pallacanestro italiana.

LA MIGLIOR IMPRESSIONE - Nella giornata dedicata alle semifinali la Croazia ha certamente spaventato gli azzurri: sia chiaro, gli slavi non sono una sorpresa e solo chi ha appena scoperto che il pallone da basket è arancio/crema grazie a Giugiaro può sorprendersi di fronte alla qualità di Hezonja e compagni. Analizzando le tue squadre centimetro per centimetro, in campo e in panchina, l’Italia sembra avere qualcosa in più per somma di talento e lunghezza del roster: eppure la miglior impressione l’ha destata la Croazia, esplosiva e incontenibile nell’inizio di semifinale contro la Grecia, solida e concentrata quando gli ellenici erano riusciti a spingere il naso avanti, rimettendo in piedi una partita che era iniziata con un eloquente 13-34 per i croati.

ESSERE NON APPARIRE - Non ha impressionato l’Italia, il Messico ha giocato senza regalare spettacolo ma disputando una partita solida: eppure nonostante non si possa dire che l’Italia abbia dominato, anzi, la partita non è mai stata in dubbio.

ERRORI BANALI - Non regalano sogni tranquilli a coach Messina alcune situazioni viste in campo: errori che si sono presentati con una preoccupante regolarità e banalità: tiri sbagliati da sotto canestro, tap-in senza la giusta quantità di testosterone, palle perse sanguinose (6 in 20’, le stesse perse contro la Croazia ma in 40’), un deludente 9/16 dalla lunetta, statistiche che non hanno permesso agli azzurri di chiudere la partita già dopo la prima metà.

MEGLIO DA LONTANO CHE LIBERO - Le percentuali al tiro degli azzurri lasciano di stucco: dalla lunetta l’Italia ha avuto un pessimo 18/29 per il 62% totale, numeri che si avvicinano paradossalmente alla percentuale dall'arco dei tre punti. Gli azzurri hanno tirato il 50% oltre i 6 metri e 75 centimetri, riequilibrando in parte quanto vanificato dalla linea del tiro libero.

IL PROTAGONISTA CHE NON TI ASPETTI - “Contro il Messico credo che ci saranno protagonisti a sorpresa” aveva dichiarato Ettore Messina in avvicinamento alla semifinale, e così è stato. Niccolò Melli ha confermato ancora una volta di essere l’azzurro più in forma, un vero fattore sia tecnico che tattico: canestri, rimbalzi, difesa, assist, giocate intelligenti, grinta, insomma pallacanestro, quella semplice ma efficace. Il prodotto del settore giovanile di Reggio Emilia si è trasformato da giovane rampollo della pallacanestro italiana in professionista della palla a spicchi, dimostrando di poter ricoprire un ruolo fondamentale dal punto di vista tattico fornendo tutta la sua tecnica in una zona dove spesso è la clava a farla da padrone. L’altra sorpresa della partita ha gli occhi grandi e luminosi di Stefano Tonut, chiamato in causa da coach Messina nei primi due quarti, bravo a difendere, intercettare, creare pericoli alla difesa messicana.

DATOME INTERMITTENTE - Ha giocato a sprazzi il capitano, ancora con le gambe poco brillanti e con il corpo che viaggia mezzo secondo in ritardo rispetto agli impulsi della testa. La faccia non è quella del miglior Datome, l’impegno è come sempre una costante: non siamo convinti che già domani possa tornare ad essere decisivo, ma certamente l’Italia ha bisogno di Datome e viceversa.

Domani si torna in campo alle 21 per l’ultima partita del torneo contro la Croazia: 40’ per conquistare i Giochi, quattro tempi per farsi accompagnare dai 15.000 del PalaOlimpico verso il sogno che è compreso, ironia nella sorte, nel nome dell’impianto torinese. Non sarà facile, i presupposti per la “trappola” ci sono tutti, ma il traguardo è davvero a un passo: lungo, per carità, ma necessario per far esplodere definitivamente la passione per la pallacanestro nel nostro paese.

LEGGI LE PAGELLE DI Domenico Latagliata

ITALIA-MESSICO 79-54 (19-13, 38-28, 58-41) Italia: Poeta 3, Belinelli 12, Aradori 10, Gentile 4, Bargnani 8, Gallinari 15, Melli 14, Cusin, Datome 9, Cervi, Hackett 2, Tonut 2. All.: Messina. Messico: Stoll 6, Ramos, Toscano 6, Gutierrez J. 6, Gutierrez I. 2, Cruz 20, Giron, Garibay, Hernandez 9, Mendez 2, Mata, Zamora 3. All.: Valdeolmillos. Arbitri: Vazquez, Jovcic, Laurinavicius. Note - Tiri liberi: Italia 18 su 29, Messico 5 su 9. Tiri da tre punti: Italia 7 su 14, Messico 5 su 19. Tiri da due punti: Italia 20 su 39, Messico 17 su 42. Rimbalzi: Italia 39, Messico 27. Usciti per 5 falli: J. Gutierrez, Zamora. (ANSA).

 
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