Storie

"Il mio amore per il basket è nato così..."

27.10.2016 16:55

"Ma sì, andiamo a vedere com’è il basket dal vivo". Questo pensava più o meno chi scrive, quando, era il 2013, mi capitò di mettere piede per la prima volta piede al PalaRuffini in occasione di una partita tra vecchie glorie della palla a spicchi torinese. Quella sera, inconsapevolmente, sarebbe iniziata una passione che non mi avrebbe lasciato mai più e che continua ancora. Eppure quella partita mi è molto cara e non solo perché ha segnato il mio debutto nel mondo del basket. Accanto a me infatti quella sera c’era Stefano, un mio amico che se n’è andato per sempre all’improvviso, la scorsa estate. Per la verità, da ragazzo cresciuto negli anni Ottanta, ho sempre seguito il basket, anche se solo da telespettatore. Merito delle telecronache asettiche e istituzionali della Rai al sabato pomeriggio e merito soprattutto dell’italiano-yankee di Dan Peterson che, con i suoi modi di dire e le sue espressioni tipiche mi apriva le porte ad un mondo meraviglioso, quello dell’Nba. Ma questa, come direbbe Carlo Lucarelli, è un’altra storia. Con la mente voglio tornare a quel giorno di maggio 2013 e quella finale vinta contro Matera che riaprì a Torino le porte dei campionati professionistici, dopo anni di passione tra inferno e purgatorio. Da allora ho avuto la fortuna di assistere a quasi tutte le partite casalinghe dell’Auxilium (che ricordi ne ho saltata una) gioendo e piangendo con la squadra. I momenti più belli per me sono stati due; la semifinale play off contro Brescia che due anni fa, riportò l’Auxlium nella massima serie , e poi l’anno scorso con la vittoria contro Pesaro che ha permesso a Torino di salvarsi oltre all’attesa spasmodica con cui un palazzetto in religioso silenzio aspettava il risultato della partita di Bologna, terminata dopo quella di Torino. Il boato di gioia e l’esultanza che ne seguì mi sono rimaste ancora nelle orecchie e nel cuore, da dove penso non se ne andranno mai. Il momento più brutto la delusione patita per la semifinale play off contro Trento, l’abbraccio e le lacrime di Valerio Amoroso che cercai invano di consolare. Molti sono i cestiti che mi son rimasti nel cuore in questi anni. Dal già citato Valerio Amoroso a “Lollo” Gergati, con cui festeggiammo negli spogliatoi e poi ancora Ronald Lewis Jacopo Giachetti e i suoi coast to coast (oltre a fondamentali liberi contro Brescia) Mancinelli, senza dimenticare Dyson. Tra i giocatori che secondo me avrebbero potuto dare di più, scelgo Andrè Dawkins che, secondo me , una traccia l’ha comunque lasciata contribuendo in modo fondamentale alla vittoria contro Milano. Ecco, questa in breve è la mia storia. Fino alla fine Forza Torino.

Gerardo Mirarchi

Gerardo "Gerry" Mirarchi, maturità classica 1990, Laureato in Giurisprudenza, pubblicista dal 2002 ha collaborato con Il Giornale del Piemonte, Lo Spiffero e Il Nostro Tempo. Oggi è collaboratore di Cronaca Qui.

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