L'americano di Torino si racconta: Devon Scott dentro e fuori dal campo
È terminato da pochi minuti l’allenamento della Reale Mutua Basket Torino presso lo Sport Club Venaria quando il giramondo Devon Scott si siede davanti a noi ed inizia a parlare di sé: da subito si mostra come un ragazzo con la testa sulle spalle, educato e sveglio, legatissimo alla sua famiglia che lo segue ovunque vada: la moglie Keonna, conosciuta ai tempi dell’high school con la quale ha scritto anche un libro per bambini, i figli Devon Jr (7) e Aria (3) che lo hanno accompagnato in Brasile, Argentina, Israele, Corea...
Perché la scelta è ricaduta su Torino dopo aver girato così tanti Paesi?
Il progetto serio mi ha subito convinto, siamo una squadra giovane che ha voglia di fare bene. Coach Casalone è alla sua prima esperienza come primo allenatore ed è un onore per noi essere i suoi primi ragazzi, ha tante idee e passione.
Aver girato il mondo è stata una benedizione per me e soprattutto per la mia famiglia, dare l’opportunità ai miei figli di conoscere tanti Paesi è una grande motivazione: dell’Italia sono già entusiasti, merito anche di “Luca”, l’ultima produzione Disney Pixar.
Come descriveresti Devon fuori dal campo?
Sono un uomo semplice, mi piace trascorrere il tempo libero con la mia famiglia e cucinare: sono abbastanza bravo, i miei genitori mi hanno insegnato molto, ieri sera ho cucinato la pasta e non era affatto male.
Mi piace anche guardare il calcio, ho incontrato Cristiano Ronaldo ad un semaforo venendo ad allenamento ma a quanto pare sono sfortunato e non farò in tempo a vederlo giocare qui.
Che tipo di giocatore è?
Sono competitivo, in questi anni non ho mai vinto un campionato e ho molta voglia di farlo. Sono altruista, metto le mie capacità a servizio della squadra, il mio obiettivo non sarà mai segnare 30 punti per il mio ego, il nome della squadra sulla canotta sarà sempre più importante di tutto il resto. Posso passare la palla, difendere, giocare sia da 4 che da 5. Ho avuto questo piccolo infortunio proprio all’inizio (qualche punto di sutura alla mano, circa una settimana di stop) ma si guarda già avanti.
Come si trova con il gruppo?
Molto bene, stiamo fin da subito creando un’ottima chimica, siamo tutti giovani e quasi coetanei.
E sull’arrivo del nuovo playmaker scherza: “Piacerebbe conoscerlo anche a me”.
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